10. La Formula della Felicità

Un’idea “leggera” per un messaggio serio
di Giulio Mozzi

Mentre si discuteva sulle varie iniziative da intraprendere per valorizzare il lavoro di formazione e sensibilizzazione sugli Obiettivi del Millennio svolto nelle scuole Padovane, è saltata fuori un’idea. Un’idea semplice, un po’ bizzarra, forse divertente.

Arrivammo all’idea unendo due riflessioni piuttosto distanti tra loro.

Prima riflessione. Perché le Nazioni Unite hanno messa in moto tutta questa macchina degli Otto obiettivi per il Millennio? Risposta: perché si vuole aumentare un po’ il livello medio di felicità. La parola “felicità”, tra l’altro, non è estranea al linguaggio delle Nazioni Unite: anzi, è esplicitamente usata in molti documenti e dichiarazioni ufficiali.

Seconda riflessione. Tutte queste dichiarazioni, questi proclami, questi programmi delle Nazioni Unite, altro non sono che pezzi di carta. Qual è il loro valore? Risposta: il loro valore sta proprio nell’essere formulazioni precise di impegni e di obiettivi. Quando un impegno è formulato chiaramente, chi dice “Ci sto!” è impegnato sul serio. Non è detto che poi faccia davvero tutto ciò che si è impegnato a fare: ma, se non lo fa, può essere chiamato a rispondere. Gli si può dire: “Ti eri impegnato a fare questo e questo e quest’altro”. Ed è già qualcosa.

All’improvviso, nella discussione, le due parole “felicità” e “formula” si sono unite. “Potremmo dire”, ci dicemmo, “che tutte le formule che costituiscono i documenti delle Nazioni Unite sono delle formule della felicità. E in effetti, se quelle formule diventassero davvero pratiche e politiche, probabilmente un bel po’ di felicità in più ci sarebbe”.

Poi, come spesso avviene, ci accorgemmo che quella che sembrava una semplice battuta poteva diventare lo strumento per far passare con una certa forza un’idea: che i documenti delle Nazioni Unite sono sono semplici pezzi di carta, sono formule che possono condurre alla felicità.

Si dice spesso: “Io non ho mica la formula della felicità”. E noi potevamo rispondere: “Come no? Le Nazioni Unite ce l’hanno. Certo: non è mica una formula magica. Ma sempre una formula è. Il fatto che tanti Stati abbiano formulato degli impegni non è cosa da poco”.

Decidemmo quindi di proporre agli studenti coinvolti nel progetto di produrre delle “formule della felicità”: ossia delle comunicazioni brevissime (scritte, o in immagini, o con entrambi i mezzi) che si potessero facilmente stampare in un foglio o in una cartolina. Avremmo poi provveduto a distribuirle in piazza, magari in giorno di mercato, facendoci aiutare da alcuni testimonial: artisti, atleti, musicisti, scrittori, uomini di cultura (e magari di potere…) che confermassero la serietà dell’iniziativa.

Certo: le cartoline distribuite in piazza posso far passare un messaggio estremamente semplificato. Ma ogni iniziativa di sensibilizzazione deve, in fondo, prevedere diversi livelli. Gli studenti hanno studiato, hanno letto e discusso dei libri anche ricchi e complessi; ai loro insegnanti sono state offerte delle lezioni sull’argomento “globalizzazione” di alto livello: e questa è la sensibilizzazione profonda, necessariamente rivolta a un numero ridotto di persone. Ma può valer la pena di tentare anche una sensibilizzazione leggera, rivolgendosi a un grande numero di persone.

Sabato 19 aprile 2008 World Social Agenda era in piazza – a Padova, nella centralissima Piazza della Frutta – a distribuire le cartoline. Alcune ragazze e alcuni ragazzi delle scuole hanno contribuito con entusiasmo. Diversi personggi cittadini hanno offerto il loro aiuto, presentandosi al banchetto, dialogando con i cittadini, confermando con la loro notorietà e autorevolezza l’importanza dell’iniziativa.

Qui nel sito si possono vedere le fotografie della distribuzione in piazza, le cartoline con la Formula della Felicità,, i testimonial, gli articoli usciti nei giornali veneti.